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Ti sei ricordato di togliere gli pneumatici invernali?


Ti sei ricordato di togliere gli pneumatici invernali?

Ci sono sanzioni molto pesanti – fino a 1697,00 euro! – al punto che anche fra le Forze dell’Ordine c’è un dibattito non privo di toni polemici al proposito.
In una propria nota, afferma infatti l’Asaps-Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale: “(…) una disposizione che prevede norme estremamente severe per chi continua a circolare con gomme che generalmente hanno codici che permettono di viaggiare comunque a 160 km/h in un paese che ha limiti massimo a 130. Ci hanno costretto a tenere poi montati pneumatici invernali fino al 15 aprile quando da due mesi viaggiavamo a una temperatura media in Italia fra i 17 e i 20 gradi. Abbiamo consumato gomme invernali viaggiando con parametri di sicurezza inferiori perché c’era il sacro dogma della data di scadenza del 15 aprile (come se fossero yogurt), poi invece dobbiamo cambiarli “manu militari” dal 15 maggio pena sanzioni severe. No questo sistema non ci piace proprio per niente”.
Ma possono essere utilizzati gli pneumatici invernali durante la stagione estiva? Sì. Solo se hanno l’indice di velocità uguale o superiore a quello indicato sulla carta di circolazione del veicolo. Come fare per capirlo?


Cos’è l’indice di velocità?

L’indice di velocità è un codice alfabetico, attraverso il quale viene indicata la velocità massima a cui uno pneumatico può viaggiare. E’ riportato sul fianco dello pneumatico ed è riportato  nella carta di circolazione del veicolo. Prendendo come esempio la sigla 215/55 R17 94H, il codice di velocità è rappresentato dalla lettera H, che corrisponde a una velocità massima di 210 km/h. La tabella degli indici parte dalla categoria A1, assegnata alle gomme che possono sostenere la velocità massima di 5 km/h, e si conclude con la categoria ZR, attribuita agli pneumatici in grado di viaggiare oltre i 240 km/h. È vietato montare pneumatici riportanti un indice di velocità inferiore a quello previsto dalla carta di circolazione, mentre è possibile equipaggiare la vettura con pneumatici dotati di un codice superiore. È consentito viaggiare, durante la stagione invernale, con gomme invernali riportanti un indice di velocità inferiore di una lettera.
Se al proposito l’Asaps si esprime con vigore e posizione inequivocabile e chissà in un futuro questo quadro normativo potrebbe anche essere rimodulato in conseguenza di queste osservazioni, al momento rimane comunque in vigore e impone la rimozione degli pneumatici privi dei requisiti suddetti entro il 15 maggio. Per viaggiare sicuri quindi, sotto tutti gli aspetti, non dimenticate questa scadenza.

Una polizza ad hoc per musicisti a protezione di loro strumenti

Una polizza ad hoc per musicisti a protezione dei loro strumenti.

Sei musicista, il tuo strumento è fondamentale per la tua attività e ti segue ovunque.
Gli strumenti musicali sono soggetti a danneggiamenti durante i viaggi e gli spostamenti, a furti, sono continuamente esposti fra voli aerei, treno, taxi, stazioni, autobus, metro, alberghi, camerini dei teatri e tu non puoi permetterti di limitare la tua attività per sinistri imprevisti che potrebbero impedirtene l’uso improvvisamente o subirne senza protezioni danni strutturali e furti.

Union Brokers propone una polizza pensata ad hoc per musicisti a tutela della strumentazione e delle esigenze professionali. Una polizza che considera possibilità di rimborso senza deprezzamento dei tuoi beni strumentali per furti, danneggiamenti, per noleggi che si rendano necessari all’interno di parametri di stime idonee a proteggere al meglio la tua attività professionale e l’attrezzatura di cui necessiti. 
Contattaci per saperne di più.

Riattivati i tutor nelle autostrade italiane


Riattivati i tutor nelle autostrade italiane. 
Un documento della Polizia di Stato ce ne indica la dislocazione. 

Guarda il documento: https://lnkd.in/gqPxYCY

Le SANZIONI:
– eccesso di velocità di non oltre 10 km/h rispetto al limite: multa di 41 euro. 
– eccesso di oltre 10 km/h e di non oltre 40 km/h: multa di 169 euro e taglio di 3 punti-patente.
– eccesso di oltre 40 km/h e di non oltre 60 km/h è sanzionato in 3 modi: 532 euro, 6 punti, sospensione della patente da uno a 3 mesi. 
– eccesso di oltre 60 km/h: sanzione di 829 euro, patente decurtata di 10 punti e sospesa da 6 a 12 mesi.

L’importanza del Welfare aziendale: un Convegno a Milano il 5 dicembre


L’importanza del Welfare aziendale
Un Convegno a Milano il 5 dicembre


I temi del welfare connessi anche al mondo del lavoro sono cari alla nostra azienda. Union Brokers è la prima del settore ad aver conseguito la certificazione del sistema di responsabilità sociale SA8000:2008.
Segnaliamo quindi per affinità di sensibilità questo convegno su Welfare aziendale e lavoro previsto per il 5 dicembre prossimo a Milano: www.welfareworld.it/

Storicamente il welfare aziendale è stato uno degli elementi attraverso i quali si è definito il ruolo dell’impresa nella società. Se le esperienze di fine Ottocento presentano tratti comuni, nel corso del Novecento esse si differenziano e si legano al modello di capitalismo adottato dai diversi stati. Tuttavia in questo ultimo decennio, in un contesto di crescente globalizzazione e di contaminazione delle istituzioni economiche, il welfare aziendale ha riconquistato un ruolo importante in tutti i paesi industrializzati, ma soprattutto si è trasformato in fattore strategico per definire il ruolo e la funzione delle imprese non solo nell’economia, ma anche nei territori in cui operano.

WELFARE WORLD è un expoforum sul welfare aziendale, articolato in convegni di aggiornamento, workshops tematizzati e correlati spazi espositivi. Si rivolge a tutti i lavoratori, in particolare dell’area risorse umane.
L’evento è organizzato da JEKPOT, VAP (Value Added Partner) che opera nel campo del knowledge management, declinato nei settori Eventi, Formazione, Media e Servizi alle imprese.

Gestione del rischio: +34% nel ROI per le aziende più attente +39% nel ROE

Gestione del rischio: + 34% nel ROI per le aziende più attente e + 39% nel ROE

La gestione del rischio, se ne parla abbastanza? Eppure nelle aziende conviene: +34% Return on Investment – ROI e +39% di Return on Equity – ROE. Lo dice l’Osservatorio Cineas-Mediobanca presentato oggi al Politecnico di Milano. Se hai un’azienda, anche se in questo momento stai rilassandoti online, facci un pensierino. C’è chi l’ha già fatto: le imprese che gestiscono i rischi nella modalità più evoluta in Italia sono passate dal 17,2% del 2016 al 37,5% del 2018. Parliamo dei settori alimentare, beni per la persona e la casa, chimico farmaceutico, meccanico e metallurgico. 

Secondo Massimo Michaud, Presidente di Cineas, Consorzio universitario non profit fondato dal Politecnico di Milano nel 1987: “Dai risultati della ricerca emerge che la gestione integrata dei rischi caratterizza le imprese più performanti sul mercato”. A livello geografico le regioni del nord-est si classificano nelle prime posizioni per l’attenzione ai rischi; mentre tra i settori il chimico-farmaceutico e l’alimentare si distinguono per essere virtuosi. Milano, 6 novembre 2018 – La novità del 2018 è che le imprese che gestiscono i rischi nella modalità più evoluta sono passate dal 17,2% del 2016 al 37,5% nel 2018. La conferma è che continua ad evidenziarsi una correlazione positiva tra performance economiche e gestione integrata dei rischi: oltre un terzo di ritorni in più (+34% Return on Investment – ROI e +39% di Return on Equity – ROE) per le aziende attente ai rischi. Inoltre, è una buona notizia che, nello stesso periodo, la percentuale di aziende sprovviste di un sistema di gestione dei rischi è passata da quasi il 20% a circa il 6%. 


Sono i risultati della VI ed. dell’Osservatorio Cineas-Mediobanca sulla diffusione del risk management nelle medie imprese italiane, ricerca annuale che nel 2018 ha avuto 308 aziende rispondenti attive nei settori: alimentare, beni per la persona e la casa, chimico farmaceutico, meccanico e metallurgico. Il fatturato medio delle aziende rispondenti
è di 58,2 milioni di euro con 151 dipendenti. A livello geografico le aziende più virtuose si trovano nel nord est d’Italia, seguite dal nord ovest e dal centro, mentre emerge un significativo ritardo delle aree meridionali. Un’impresa su tre del Mezzogiorno non dispone di un adeguato presidio del rischio, contro la media nazionale di una su cinque imprese. I settori più virtuosi sono il chimico-farmaceutico e l’alimentare. “La nostra ricerca ci ha permesso di sottolineare come il governo dell’impresa debba ricomprendere la gestione dei rischi – commenta il Presidente di Cineas, Massimo Michaud –. Le aziende più attente alla gestione del rischio guadagnano di più e sono più propense all’innovazione. In particolare, è importante che il management sia edotto sui rischi operativi dell’azienda in quanto nel 57% dei casi è responsabile di questa funzione. La gestione del rischio esce dalla sfera delle funzioni specialistiche per permeare l’attività dell’impresa nel suo complesso”. 

LA RASSEGNA DEI RISCHI ESAMINATI DALLA RICERCA: DAL PASSAGGIO GENERAZIONALE AL CYBER RISK 
Il passaggio generazionale. Il passaggio generazionale è considerato come un fattore di elevata criticità dall’80% delle aziende intervistate. Le MI italiane del campione hanno quasi 50 anni di storia imprenditoriale e vedono alla guida più frequentemente la seconda generazione (41,3% dei casi) e la prima generazione (34,9%). Governance “aperta”, performance migliore. La maggioranza dei CEO (81%) proviene dalla famiglia proprietaria dell’azienda, ma con il progredire delle generazioni aumenta la probabilità di assunzione di un CEO esterno alla famiglia, che in genere è più giovane e, più frequentemente, ha un grado di istruzione universitaria. Questo modello di governance “aperta” porta performance economiche migliori, rispetto alle aziende dove permane la sovrapposizione tra proprietà e gestione familiare (ROI: 13,2% vs 10,2%). 

Le imprese italiane e Industry 4.0. 
In tema di innovazione l’indagine ha preso in esame le azioni intraprese dalle aziende per sfruttare le opportunità derivanti da Industry 4.0. Solo il 23,2% delle imprese ha investito sia nell’innovazione dei macchinari che dei processi, mentre il 36% delle imprese non ha ancora attuato nessun tipo di trasformazione. I dati evidenziano che le imprese che si sono attivate per l’adozione delle innovazioni tecnologiche hanno performance economiche migliori di quelle che sono indifferenti o in ritardo rispetto a Industry 4.0. 

Una quota notevole di imprese che si è cimentata con Industry 4.0 (30%), lo ha fatto dotandosi delle skills necessarie tramite piani di formazione interna (già realizzati o in programma per il 77,7% dei rispondenti) o tramite acquisizione di risorse esterne specializzate (20%). “In questo rinnovato scenario si evidenzia la sempre maggiore centralità che stanno assumendo i cosiddetti asset intangibili – intendendo con questa espressione il know how, il valore del brand, la reputazione, gli investimenti nella formazione – per le performance dell’impresa” osserva Gabriele Barbaresco, Direttore dell’Ufficio Studi di Mediobanca commentando i risultati della ricerca. Rilevanza e impatto economico dei singoli profili di rischio. Nella gestione dell’azienda i rischi derivanti dagli obblighi normativi figurano stabilmente tra le preoccupazioni prioritarie delle imprese (sicurezza sul lavoro e difettosità del prodotto). Al quarto posto troviamo il rischio reputazionale. Rispetto a quest’ultimo profilo il 57% delle imprese ritiene il rischio reputazionale non assicurabile; inoltre, rispetto a tale rischio le aziende percepiscono un divario tra esposizione ed efficacia delle attività con cui esso è presidiato. 

Risorse coinvolte nel sistema di gestione dei rischi. 
Solo il 16,4% delle aziende impiega unicamente risorse interne per la gestione dei rischi, mentre nell’82,3% dei casi l’azienda ricorre all’affiancamento di un partner esterno. L’imprenditore si rivolge nel 37,7% dei casi a consulenti d’impresa, nel 27,1% ai broker e solo nel 17,5% dei casi alle assicurazioni. I rischi e la loro assicurabilità. Vi sono alcuni rischi che le imprese percepiscono come non assicurabili, tra i quali ad esempio il rischio di danno ambientale (rispetto al quale sono assicurate il 58% delle imprese). Il ricorso all’assicurazione coinvolge meno di un terzo degli intervistati per i seguenti rischi: business continuity e supply chain (il 32% delle imprese è assicurato), cyber risk (23% di imprese assicurate), tutela delle competenze professionali ex aequo con il rischio reputazionale (19% di assicurati) e imitazione del prodotto (13%). La causa del basso ricorso all’assicurazione è duplice: da una parte la mancata conoscenza dell’offerta assicurativa, dall’altra la percezione che l’evento dannoso abbia una bassa probabilità di verificarsi. Il costo delle polizze non sembra invece rappresentare il motivo principale della rinuncia (solo 25% dei casi). 

Formazione sulla gestione del risk management. 
Secondo la ricerca, il 70% delle imprese prevede di realizzare corsi sul tema della gestione dei rischi rivolti principalmente a figure operative dell’azienda. “Tuttavia vista la centralità dell’argomento per la governance è opportuno valutare il coinvolgimento del management aziendale” conclude il Presidente di Cineas. 

AUTORI E PARTNER DELLA RICERCA: OSSERVATORIO SULLA DIFFUSIONE DEL RISK MANAGEMENT NELLE MEDIE IMPRESE ITALIANE 
L’indagine – realizzata annualmente da Cineas in collaborazione con l’Ufficio Studi Mediobanca – nel 2018 è condotta con i seguenti partner: le compagnie assicurative Helvetia e Reale Mutua; la Società di brokeraggio Mansutti; la Società di bonifica e ripristino Benpower e la Società peritale C&P. 

(fonte: IlBroker.it)

Catastrofi naturali e tutele assicurative


Catastrofi naturali e tutele assicurative

36 miliardi di dollari è l’ammontare delle perdite economiche globali causate da catastrofi (naturali e provocate dall’uomo) nel primo semestre 2018 secondo lo studio Sigma di Swiss Re. Di questi, 20 mld coperti da tutele assicurative. 
Circa 3.900 persone hanno perso la vita o sono state considerate disperse (rispetto ai 4600 del primo semestre 2017). Dei 36 ml di perdite 34 sono dovute agli eventi naturali; molte meno dei 58 mld del primo semestre dell’anno prima.

Le maggiori in Europa sono state causate dalla tempesta Friederike, che ha colpito Germania, Paesi Bassi, Francia, Belgio e Regno Unito: circa 2,7 mld di dollari, di cui circa 2,1 coperti da assicurazione. 
Il ripetersi sempre più frequente di eventi estremi dovuto ai mutamenti del clima esige un cambio culturale della popolazione nella sensibilità verso i temi assicurativi. 

Union Brokers opera costantemente per individuare le migliori polizze proposte sul mercato da tutte le compagnie, che tutelino i beni da questo tipo di criticità. Siamo a disposizione per fornire ogni tipo di consulenza specialistica al proposito.

Altre tragiche morti in auto con il maltempo di questi giorni

Altre tragiche morti in auto con il maltempo di questi giorni. Ripassiamo le norme di sicurezza da osservare grazie ad Asaps. 


Mettersi in auto durante bufere e forti temporali può avere esiti anche tragici, come le cronache di questi giorni ci ricordano tristemente. Ripassiamo le norme prudenziali fondamentali da rispettare in questi casi, suggerite dal portale del’Associazione Sostenitori Forze dell’Ordine, sempre molto attivo sui temi della sicurezza stradale. Un rapido e intuitivo schema ci ricorda i criteri fondamentali da mettere in pratica. 

Sicurezza sul lavoro: un convegno a Bologna in ottobre


Sicurezza sul lavoro: un convegno a Bologna in ottobre

Nel mondo del lavoro sono molte le attività svolte in particolari ambienti lavorativi caratterizzati da criticità e specificità rilevanti per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Specificità e peculiarità che, in fase di valutazione dei rischi e nel pieno rispetto di quanto richiesto dalla normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro, devono essere analizzate per poter elaborare idonee strategie di prevenzione.

Il convegno sui particolari ambienti lavorativi
Proprio per migliorare la prevenzione in molte attività lavorative caratterizzate da particolari rischi, l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) ha organizzato il 19 ottobre 2018, durante la manifestazione “Ambiente Lavoro” che si tiene a Bologna Fiere, il convegno “Rischi, tutele e monitoraggi in particolari ambienti lavorativi”.

Ricordiamo che “Ambiente Lavoro”, manifestazione che si tiene a Bologna dal 17 al 19 ottobre 2018 presso il quartiere fieristico, è un momento di incontro tra operatori e aziende e uno spazio di promozione e diffusione di soluzioni e proposte per il presente e il futuro della prevenzione di incidenti e malattie professionali in Italia.

Il convegno sui particolari ambienti lavorativi, organizzato da AiFOS, vuole porre l’attenzione in particolare sull’analisi dei rischi legati ad attività svolte in ambiente montano, sanitario e attività su strada.


Le attività lavorative eseguite in ambiente montano
Con il Gruppo di progetto AiFOS Montagna si affronteranno, ad esempio, specifiche tematiche di valutazione dei rischi, tutele e monitoraggi legate ad attività lavorative eseguite in ambiente montano.

Si affronteranno, in questo caso, le caratteristiche del lavoro svolto spesso in condizioni critiche su terreni accidentati, in aree disagiate in zone di montagna, su pendenze elevate e in spazi ristretti dove si riduce il livello di meccanizzazione del lavoro ed aumentano le operazioni svolte direttamente dal lavoratore.

Ricordiamo che l’alta quota (anche fino a 3000 m) e le condizioni climatiche poco favorevoli all’uomo si aggiungono ai fattori che determinano rischi di incidenti e logoramento fisico e di patologie connessi. Si possono avere attività intense e fisicamente impegnative o attività in condizioni atmosferiche sfavorevoli (freddo fino a –15°C, pioggia, umidità, …) che possono mettere a dura prova l’apparato muscolo scheletrico e cardio-vascolare, il sistema immunitario e l’apparato respiratorio.

Senza dimenticare che l’ostilità dell’ambiente circostante aumenta poi le difficoltà nelle comunicazioni e rende impegnativa la gestione delle emergenze e di pronto intervento.

Le attività gravose e gli ambienti lavorativi
I fattori descritti per le attività lavorative eseguite in ambiente montano sono, in realtà, trasversali in attività anche molto differenti tra loro e che coinvolgono numerosi lavoratori quali: addetti degli impianti a fune, addetti del settore agricolo, operatori impegnati in lavori e turni notturni, addetti al settore forestale, addetti alla produzione di energia elettrica, …
Durante il convegno e con l’aiuto degli esperti di medicina del lavoro si affronteranno le tematiche legate a quelle attività cosiddette gravose che possono portare all’insorgenza di malattie professionali importanti.

Durante il convegno si cercherà di capire quali siano i rischi, le tutele ed i monitoraggi relativi a queste attività e quali potranno essere le prospettive future.

Infine, attraverso un focus relativo all’ergonomia, si approfondiranno anche i rischi derivanti dalle posture scorrette dei lavoratori nelle professioni sanitarie infermieristiche e in altri settori lavorativi.

Il link per avere ulteriori informazioni:
http://aifos.org/home/eventi/fiere/ambiente_lavoro_2018_int/eventi_ambiente_lavoro_2018/rischi_tutele_e_monitoraggi_in_particolari_ambienti_lavorativi

L’incontro, riservato a massimo 100 partecipanti, è valido per il rilascio di n. 2 crediti di aggiornamento per la figura di formatore alla sicurezza (area tematica 2), RSPP/ASPP.

Segnaliamo che per la partecipazione al convegno organizzato da AiFOS è gratuita, ma è necessaria la registrazione agli eventi e il pagamento della quota d’ingresso ad Ambiente Lavoro.


Per informazioni e iscrizioni:

Direzione Nazionale AiFOS
via Branze, 45 – 25123 Brescia
c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia
tel.030.6595031 – fax 030.6595040
www.aifos.it – convegni@aifos.it

(fonte Aifos)

Gli attacchi digitali alle aziende sono in aumento esponenziale


Gli attacchi digitali alle aziende, ai liberi professionisti, alle attività in genere sono in aumento esponenziale

“Il tempo medio impiegato da un’azienda per capire di essere sotto attacco cyber è di 205 giorni e per riprendersi da una violazione sono necessari circa 74 giorni. I danni da cyber crime in Italia nel 2017 ammontano a circa 10 mld di euro e oltre il 50% delle Pmi ha subito un attacco per un danno medio di 35.000 euro ca”. (Radiocor) Fondamentale è dotarsi di copertura assicurativa specifica. Un broker professionista può individuare fra i tanti prodotti sul mercato quello più adatto alle esigenze di ogni diversa realtà aziendale e per i liberi professionisti.