Bambini deceduti per strada: 2016 anno da dimenticare

Bambini deceduti per strada: 2016 anno da dimenticare.
Biserni: «Ogni volta che un bambino perde la vita sulla strada, il colpevole è sempre un adulto»

Il tema della sicurezza stradale verso i bambini ci preme particolarmente, torniamo quindi sull’argomento a poche settimane da un articolo relativo all’uso dei seggiolini di sicurezza sulle auto, perché un severo intervento di denuncia da parte del presidente dell’Asaps-Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale Giordano Biserni ce ne offre l’occasione, dando uno sguardo ancora più ampio sul problema.

Le analisi statistiche relative al 2016 sono infatti sconfortanti e reclamano una maggior attenzione verso questo drammatico argomento. Biserni definisce quello scorso “Un anno veramente da dimenticare e che dà il senso di una sconfitta con 53 piccole vittime sulle strade. Ben 11 in più rispetto ai bimbi che hanno perso la vita nel 2015 (+26%). Il più triste degli Osservatori dell’ASAPS, quello che raccoglie i dati delle giovani vittime della strada nella fascia cha va da 0 a 13 anni, ha registrato 1.049 incidenti significativi nei quali oltre alle vittime mortali sono contati anche 1.312 feriti con lesioni importanti.

Dei 53 bambini deceduti 34 erano maschi e 19 femmine. Un particolare
se si può altrettanto agghiacciante è che l’osservatorio nel 2016 ha registrato anche 5 bambini morti “prima di nascere” a causa di incidenti stradali: 2 per decessi intrauterini e 3 in gestanti decedute nell’incidente.
Nel 2015 i bambini deceduti erano stati 42 e 65 nel 2014. L’Osservatorio il Centauro-ASAPS – precisa Biserni – non ha la pretesa di avere raccolto tutti gli eventi, ma certamente i più gravi attraverso le notizie delle agenzie di stampa e quelle raccolte dai propri 600 referenti sparsi sul territorio nazionale e comunicate alla sede di Forlì.
Delle 53 giovanissime vittime, 30, pari al 57%, erano trasportate a bordo dei veicoli (24 nel 2015) e questo aspetto comunque ripropone drammaticamente il tema del fissaggio dei nostri piccoli sui seggiolini. Non si conosce il dato di quante fra queste 30 vittime fossero regolarmente allacciate, anche se si può ritenere che una percentuale significativa non fosse trasportata a norma. In particolare nei casi di espulsione dall’abitacolo del mezzo dopo lo schianto. 4 bambini erano trasportati su una moto. 3 bambini sono stati travolti con la loro bicicletta (7 nel 2015). 16 erano a piedi per strada e qui il peggioramento è netto rispetto ai 9 piccoli pedoni morti nel 2015 (erano stati 25 nel 2014)”.

Le strade più pericolose
La disamina del presidente Asaps prosegue citando i contesti stradali più pericolosi per i bambini secondo i dati raccolti: “Sono 568 gli incidenti avvenuti nei centri urbani (54%) nei quali hanno perso la vita 21 bambini, (40%), (furono 13 nel 2015) e 637 sono rimasti feriti (48%), un dato che sfata l’idea che le strade urbane vedano solo incidenti non gravi. Sulle strade statali e provinciali gli incidenti sono stati 345 (33%), ma si sono contate 21 piccole vittime come sulle strade urbane (21 anche nel 2015) con 489 feriti.
Solo 67 gli episodi sulla rete autostradale che hanno causato però 6 decessi, 11%, (nel 2015 le vittime furono 5), mentre 104 bambini hanno dovuto ricorrere alle cure dei sanitari (8%). Ci sono poi 5 decessi di bambini avvenuti in incidenti nei campi o su strade adiacenti mentre erano a bordo di macchine agricole o sono stati travolti a terra.

Fra le più giovani vittime della strada il maggior numero si conta nella fascia che va da 6 a 10 anni con il record di 23 vittime mortali 43%. Fra i piccolissimi della fascia da 0 a 5 anni le vittime sono state 16 pari al 30%. Infine sono stati 14 i decessi nella fascia da 11 a 13 anni 27%.
In 23 incidenti il conducente del veicolo coinvolto è risultato ubriaco o drogato. Sono stati invece 72 gli incidenti causati da pirati della strada (50 nel 2015 e 53 nel 2014). Ricordiamo infine che 63 incidenti sono avvenuti in prossimità delle scuole (58 nel 2015) e 11 hanno coinvolto direttamente degli scuolabus (12 nel 2015)

Le aree più pericolose
Le regioni che segnano il più elevato numero di incidenti con bambini sono la Lombardia con 226, segue il Veneto con 106, l’Emilia Romagna con 85, il Lazio con 76 la Toscana con 73.
Il più alto numero delle piccole vittime lo fa segnare però ancora la Toscana come nel 2015 con 6 bimbi che hanno perso al vita, stesso numero nel Lazio, seguono con 5 Emilia Romagna, Puglia e Sicilia, e con 4 la Lombardia, il Veneto e le Marche.

L’ASAPS insiste nel ricordare che ogni volta che un bambino perde la vita sulla strada, il colpevole è sempre un adulto. Deprime il sensibile peggioramento dei dati del 2016 rispetto a quelli del 2015 anche se non si è toccata la cifra terribile di 65 piccoli morti nel 2014. Ripetiamo – conclude Biserni – il nostro sogno è quello di mettere solo degli zero nelle caselle del nostro Osservatorio. Per questo l’associazione continuerà con insistenza la sua campagna di informazione per tutelare i nostri bambini sulle strade facendo appello agli adulti!”

Subite un sinistro e non siete assicurati? Avete diritto al risarcimento lo stesso

Subite un sinistro e non siete assicurati?
Avete diritto al risarcimento lo stesso

Una recentissima sentenza del Tribunale di Catania (sent. n. 1959/17) riafferma un diritto che nella prassi non sempre trova riscontro. Anche se avete l’assicurazione scaduta, se subite un sinistro per colpa di un altro veicolo godete del diritto al risarcimento da parte della sua compagnia di assicurazioni, poiché il fatto che voi non siate assicurati non riguarda direttamente la dinamica dell’incidente, non ha alcun rilievo nel sinistro.

Le sanzioni per chi viene trovato sprovvisto di copertura assicurativa da più di quindici giorni, oggi, sono una multa da 841 a 3.366 euro e il sequestro del mezzo. Se si stipula subito una polizza di almeno sei mesi, si può riottenere l’immediata restituzione del veicolo sequestrato, per il quale il sanzionato dovrà pagare anche le spese di custodia.
Se la riattivazione della polizza scaduta viene fatta entro 30 giorni dalla data di scadenza, o se entro 30 giorni dalla data della sanzione si rottama l’auto, si può ottenere anche la riduzione della multa di almeno un quarto.

Ma tutto ciò riguarda esclusivamente il rapporto fra il non assicurato e le norme amministrative vigenti. Nel caso di un incidente stradale, la fattispecie dell’evento è circoscritta all’evento stesso in sé, quindi se l’esistenza di una copertura assicurativa riguarda il colpevole del sinistro perché attraverso la propria Compagnia è tenuto a risarcire il danneggiato, il danneggiato non è tenuto a risarcire alcunché e quindi che detenga una copertura assicurativa o meno esula dallo specifico del sinistro.

Negare l’indennizzo, dice il tribunale di Catania, equivarrebbe ad applicare come un’ulteriore sanzione surrettizia.

Nel caso invece l’automobilista non assicurato sia anche colpevole del sinistro, la controparte sarà risarcita dal Fondo di garanzia Vittime della strada che poi avrà diritto a rivalersi su di lui con la cosiddetta azione di surroga. A nulla gli servirà nel caso assicurarsi nel frattempo, poiché la compagnia non potrà assisterlo retroattivamente per un sinistro avvenuto in precedenza rispetto alla stipula della polizza.

Mettiamo invece l’ipotesi che entrambi siano sprovvisti di assicurazione, il danneggiato sarà risarcito sempre dal Fondo di garanzia che poi si rivarrà sul responsabile.

E ancora, anche nel caso che il danneggiato subisca un sinistro a opera di un veicolo che poi fugge rimanendo ignoto potrà godere del risarcimento del Fondo di garanzia Vittime della strada, pur se sprovvisto di assicurazione.

Da un lato, va ricordato che le sentenze non sono norme di legge. Quindi non hanno un valore normativo generale. Sono un semplice precedente. Le sentenze civili sono sempre provvisoriamente esecutive, cioè hanno efficacia immediata tra le parti, anche se impugnate (a meno che non vengano sospese). Le decisioni in esse espresse pertanto sono esecutive fintanto che il giudice d’Appello o la Corte di Cassazione non le riformino. Nel nostro sistema, tuttavia, la decisione potrà sempre essere richiamata e valutata da altri giudici o da chi chieda al proprio giudice di uniformarvisi. Una sentenza in sé insomma non è vincolante per nessuno tranne che per le parti nei cui confronti è stata resa.

D’altra parte, nel caso della sentenza del Tribunale siciliano, va considerato che in realtà essa ribadisce un principio già sancito. L’aspetto rilevante è che essa si riferisce a uno scenario i cui esiti non sono sempre scontati, anche se normati. Se si subisce un sinistro per colpa di un altro conducente e si è privi di copertura assicurativa, se si va dalla sua compagnia a reclamare un indennizzo (e ci si deve andare personalmente perché non si ha una propria compagnia che ci assista) può accadere che essa tenda a far focalizzare il danneggiato sugli effetti indesiderati e collaterali al suo reclamo. Cioè sul fatto che l’azione causerebbe l’emergere agli atti della mancanza da parte sua di copertura assicurativa, con la conseguenza di subire le succitate sanzioni e il sequestro della sua auto. Problematiche tali queste da riuscire spesso a dissuadere la vittima del sinistro dall’insistere nelle proprie richieste, evitando alla compagnia l’onere dell’indennizzo. Ma quando l’entità del danno lo rende necessario, conveniente, almeno una sentenza così riafferma chiaramente l’obbligo della compagnia a risarcire, cosa che resta un diritto cui appellarsi consapevolmente valutate le implicazioni sanzionatorie e fatti i dovuti calcoli.

A cura di Union Brokers

Consulenti assicurativi

Reggio Emilia fra le città con più denunce di furto in Italia

Reggio Emilia fra le città con più denunce di furto in Italia.
Come difendersi, dai consigli delle Forze dell’Ordine alle polizze assicurative.

In una classifica pubblicata a fine 2016 dal Sole 24 Ore, la città di Reggio Emilia si è piazzata nella poco invidiabile decima posizione fra le città italiane per numero di furti denunciati per numero di abitanti. Nel 2015 s’è raggiunta la cifra di ben 3.109 furti con un aumento dell’1,8% rispetto all’anno precedente.
In questi mesi sono molteplici le iniziative anche spontanee da parte di comitati di cittadini in reazione a un fenomeno che continua a vessare il territorio e a seminare inquietudine nella popolazione.

Nel caso dei furti in abitazione, esistono una serie di accorgimenti di base che andrebbero sempre posti in essere per limitare quanto possibile le probabilità di finire sotto le attenzioni di ladri.
Le Forze dell’Ordine come Polizia di Stato e Carabinieri sono prodighe di consigli al proposito e dettano l’Abc delle norme di sicurezza fondamentali da osservare, nel loro lavoro di informazione specifica per i cittadini.


Lo spirito è quello di rendere quanto più difficile si possa il compito ai delinquenti che vogliono introdursi nelle nostre case per svaligiarle. La sicurezza assoluta non esiste, tanto più quanto chi ci prende di mira sia poi eventualmente un “professionista” del furto. Ma si possono adottare molte tecniche diverse che, messe insieme, possono rendere la vita molto difficile ai disonesti.

Spesso basta usare anche solo un po’ di buon senso. In casa scegliete con inventiva i posti dove nascondere oggetti di valore, poiché non è difficile immaginare che i primi posti esaminati dai ladri in cerca dei vostri nascondigli siano armadi, cassetti, vasi, quadri, letti e tappeti eppure molte persone ancora li utilizzano. Quindi se proprio dovete nascondere in casa dei valori, siate creativi.
Poi fotografateli, perché in caso di furto o di rapina, contestualmente alla denuncia potrete fornirne le foto identificative che saranno inserite nella bacheca online della Polizia, per facilitarne il ritrovamento. Si tratta di un servizio appositamente istituito che cataloga informazioni e foto di oggetti denunciati e/o ritrovati in modo da rendere più agevole ai legittimi proprietari la loro ricerca, anche tra i beni eventualmente sequestrati a seguito di indagini, così da ottenerne la riconsegna.

Ma ricordate anche, quando siete assenti, di farvi ritirare da qualcuno la posta e la pubblicità accumulata nella cassetta ed evitate di lasciare messaggi sui social network che svelino i vostri programmi di viaggio.
È sempre utile lasciare una o più luci accese e rendere sicure porte e finestre e se rientrando trovate la porta di casa accostata, non entrate! Potrebbero esserci ancora i ladri nell’appartamento. Se avete qualsiasi dubbio, chiamate sempre le Forze dell’Ordine.

Polizze furto e viaggio

La cultura della gestione del rischio in Italia stenta ancora a diffondersi fra la popolazione, soprattutto nella dimensione privata, invece dovremmo imparare finalmente a considerare la possibilità di stipulare polizze assicurative che sono concepite proprio per tutelare dai danni dovuti ai furti. Molto interessanti a questo proposito anche le polizze temporanee pensate per i soli periodi in cui ci si assenta da casa per le vacanze.
I consigli delle Forze dell’Ordine
Un’abitazione sicura
  • Rendete sicure porte e finestre. La soluzione ideale è una porta blindata con serratura antifurto e spioncino.
  • Se potete, installate in casa un sistema di antifurto elettronico e vetri antisfondamento. In alternativa è sempre valido il ricorso alle grate, purché siano robuste e lo spazio tra le sbarre non superi i 12 centimetri.
  • Se l’interruttore della luce è all’esterno, proteggetelo con una cassetta metallica per impedire che qualcuno possa staccare troppo agevolmente la corrente.
  • È di norma meglio non tenere in casa grosse somme di denaro, gioielli o oggetti di valore.
  • Ricordatevi che luce e rumore “tengono lontani” i malviventi: se siete soli tenete accesa la luce in due o più stanze per simulare la presenza di più persone.
  • Quando siete in casa tenete la porta protetta col paletto o la catena di sicurezza; e se vi sentite in pericolo per qualsiasi motivo, chiamate il 112 (il numero unico per le chiamate di emergenza valido oggi in tutti i Paesi membri dell’Unione europea).
  • Se avete necessità di riprodurre una chiave d’ingresso di casa vostra, affidatevi a una persona di fiducia se non potete seguire la cosa autonomamente ed evitate possibilmente di riportare su targhette attaccate alla chiave il vostro nome e indirizzo.
  • Se perdete la chiave di casa o subite uno scippo o un borseggio comprese le chiavi, cambiate la serratura al più presto.
  • Assicuratevi, uscendo e rientrando, che la porta di casa e il portone del palazzo restino ben chiusi.
  • Non fate sapere fuori dall’ambiente familiare se in casa ci sono oggetti di valore o casseforti né dove si trova l’eventuale centralina dell’allarme.
 Quando siete assenti di casa
 Per brevi periodi
  • Lasciate qualche luce accesa, la radio, l’impianto stereo o il televisore in funzione.
  • Chiudete sempre la porta a chiave e non lasciate le chiavi sotto lo zerbino o in altri luoghi alla portata di tutti (pessima abitudine di un numero di persone più elevato di quanto si pensi).
  • Ricordate che i messaggi sulla porta dimostrano che in casa non c’è nessuno.
  • Sensibilizzate anche i vicini affinché sia reciproca l’attenzione a rumori sospetti sul pianerottolo o nell’appartamento, a movimenti di individui non conosciuti. Nel caso, non esitate a chiamare il 112.
  • Se tornando a casa trovate la porta aperta o chiusa dall’interno, non entrate. Potreste scatenare una reazione istintiva del ladro che si vede scoperto. Non fate gli “eroi” e telefonate subito al 112.
Per lunghi periodi
  • Non fate sapere a estranei i vostri programmi di viaggi e vacanze (anche attraverso i succitati social network come Facebook o altri) poiché queste informazioni possono arrivare indirettamente a persone poco raccomandabili; ciò può accadere anche per una errata impostazione della privacy dei vostri profili online.
  • Per lo stesso motivo è sconsigliabile pubblicare le foto delle vostre vacanze mentre siete ancora via, poiché per deduzione si può ovviamente capire che siete lontani dalle vostre abitazioni.
  • Installate, se vi è possibile, un dispositivo automatico che, a intervalli di tempo, accenda le luci, la radio, la televisione.
  • Evitate l’accumularsi di posta e pubblicità nella cassetta delle lettere chiedendo ad un vicino di ritirarla.
  • Non divulgate neanche la data del rientro e non date informazioni specifiche sulla vostra assenza attraverso i messaggi della vostra segreteria telefonica, del tipo “Salve, sarò assente per dieci giorni, ecc…”.

Giovani “Millennials” incoscienti? Eppure il 15% ha già un’assicurazione oltre a quella della moto o dell’auto

Giovani “Millennials” incoscienti?
Eppure il 15% ha già un’assicurazione
oltre a quella della moto o dell’auto

Le nuove generazioni sono sempre più attente a tutelare sé stesse e i propri beni. Potrà stupire, ma il 15% dei giovani possiede una polizza che non sia auto o moto e reputa la propria customer experience assicurativa positiva: è quanto emerge da una ricerca innovativa promossa da BNP Paribas Cardif e realizzata dalla start-up Friendz 


I giovani rappresentano non solo il presente ma soprattutto il futuro di un Paese. Ma le aziende sanno ascoltare le loro esigenze e i loro bisogni? BNP Paribas Cardif, tra le prime dieci compagnie assicurative in Italia*, lo ha fatto promuovendo una ricerca realizzata dalla start-up Friendz, per rilevare il sentiment dei millennials sulla customer experience nei mercati digitali, con un focus sul mercato assicurativo.

I risultati? Sotto molti punti di vista sorprendenti. Nonostante i luoghi comuni, è emerso che i millennials…
hanno una buona opinione del mondo assicurativo e sono tanti gli utenti digitali che, nonostante la giovane età, sono in possesso di un’assicurazione oltre a quella dell’auto o della moto, con particolare preferenza per le polizze vita o per la protezione della casa.

La ricerca, innovativa e unica nel suo genere, è stata condotta tramite app su un campione di 1.000 utenti digitali (18-35 anni) della community di Friendz, che per l’occasione sono stati coinvolti anche attraverso domande “non convenzionali” dove hanno potuto esprimere la loro creatività inviando selfie o video come risposta.

Il rapporto dei giovani con le Assicurazioni
I giovani hanno, quindi, un livello di soddisfazione alto: quasi sei su dieci (56%) valutano, infatti, l’esperienza con la propria assicurazione positiva e solo il 3% negativa. Sul perché si ritengano soddisfatti indicano come principali motivazioni la “chiarezza su cosa era incluso ed escluso dalla polizza” (per il 42%) e la “comunicazione con l’assistenza” (per il 24%).

Non solo. Chi pensa che ai giovani non interessino le assicurazioni oltre a quelle auto e moto deve ricredersi. Ben il 15% del totale a livello nazionale ne possiede almeno una, con la polizza Vita (49%) e la Casa (41%) le preferite, seguite dagli Oggetti (20%), la Salute (13%) e i Viaggi (5%). Una curiosità: se l’uomo è più attento alla casa, le giovani donne dedicano maggiore attenzione alla salute e alla tutela degli oggetti; la polizza vita è invece prerogativa delle fasce più “adulte” (26-35 anni).

Ma se gli utenti digitali sono particolarmente soddisfatti su molti aspetti, inclusi il prezzo (il 55% ha dato un voto oltre il 7), l’assistenza (56% oltre il 7) e il linguaggio assicurativo (56% oltre il 7), non mancano le criticità, come la velocità del risarcimento, che resta insufficiente per quasi 6 intervistati su dieci (57%). Un aspetto su cui le Compagnie dovranno lavorare per costruire un’assicurazione che sia sempre più in linea con le esigenze dei giovani utenti digitali. (fonte BNP Paribas Cardif)

Bimbi in auto, troppi incidenti: a Cantù l’ennesima vittima. Ma le cose cambiano

Bimbi in auto, troppi incidenti. A Cantù l’ennesima vittima. Ma le cose cambiano: sanzioni più pesanti per i genitori poco responsabili e nuove norme sui seggiolini.

La morte in auto della bambina di quattordici mesi a Cantù per non essere probabilmente stata assicurata a un seggiolino secondo la legge, ci spinge a tornare su un argomento purtroppo d’attualità.Troppo di frequente capita di notare per strada, sui veicoli in transito, bambini non adeguatamente agganciati ai seggiolini a norma con le relative cinture di sicurezza. Si vedono adulti che tengono il bambino in braccio stando accanto al guidatore, piccoli lasciati nel sedile posteriore liberi di muoversi o di affacciarsi ai finestrini. Ebbene, chi si rende colpevole di queste leggerezze dovrebbe sapere che sono 52 i bambini fino a 13 anni morti sulle strade nel 2016, dieci in più dell’anno precedente. Lo dice l’osservatorio dell’Asap, l’Associazione per la sicurezza stradale. In questo dato incidono purtroppo anche i comportamenti incoscienti degli adulti, che non rispettano le norme di sicurezza per i propri figli cui dovrebbero essere chiamati prima di tutto dall’amor figliale, poi dal buon senso e quantomeno dal Codice della strada. In una propria indagine, Altroconsumo ha calcolato che gli incidenti stradali e l’uso scorretto dei seggiolini auto sono la prima causa di morte per i minori tra i 5 e 12 anni.

Per far fronte a questi numeri drammatici, dal 2017 alcune norme sono cambiate.
Due nuovi regolamenti tecnici modificano la normativa europea ECE R44, cui fa riferimento l’art. 172 del Codice della Strada.

Altezza e non peso
Principalmente rimane fermo l’obbligo di utilizzo del seggiolino fino ai 150 cm di altezza (circa 12 anni). Vengono invece bandite le cosiddette “alzatine”, senza schienale, le quali infatti non permettono di allacciare in modo sicuro la cintura di sicurezza (fino ad ora ammesse a partire dai 15 kg di peso del bambino).

Anche la classificazione stessa dei seggiolini auto è cambiata, passando dai chilogrammi ai centimetri. Spesso i genitori conoscono meglio l’altezza del bambino piuttosto che il peso e questo ora può aiutarli nella scelta del giusto seggiolino. Inoltre, con la normativa R129, rispetto alla R44/04 è stata anche migliorata la facilità d’installazione del seggiolino sui sedili dell’auto, grazie ad accordi tra i loro produttori e i costruttori di veicoli.

Le sanzioni
Da gennaio 2017, la sanzione per l’uso scorretto dei seggiolini ammonta dagli 80 ai 323 euro, con rischio di sospensione della patente da quindici giorni a due mesi, quando il conducente incorra in una delle violazioni per almeno due volte. Anche coloro che alterano il funzionamento dei dispositivi di ritenuta dei bambini sono assoggettabili a una sanzione amministrativa che va da 40 a 162 euro.

Sempre lo schienale
Ricordiamo che i bambini di statura inferiore ai 150 cm devono essere sempre assicurati al sedile con un sistema di ritenuta adeguato al loro peso, di tipo omologato.
Da gennaio i bambini fino a 125 cm d’altezza dovranno essere protetti obbligatoriamente da un rialzo con schienale così da rendere più agevole ed efficace l’utilizzo della cintura di sicurezza. Nella seconda fase della normativa europea R129, in estate, entrambe le legislazioni saranno valide e gli automobilisti potranno scegliere se acquistare un seggiolino auto omologato secondo la normativa recente o meno. Dopo di che, la vendita dei seggiolini auto senza schienale sarà permessa solo per bimbi di altezza superiore ai 125 cm. Quelli con schienale garantiscono infatti un miglior posizionamento della cintura sulle spalle e una maggiore protezione in caso d’impatto laterale finché i giovanissimi non diventano più alti. Questo è un punto fondamentale: molto spesso i dispositivi di sicurezza nelle auto (come le cinture o gli airbag a tendina) non sono sviluppati per bambini sotto i 125 cm di altezza, per i quali si rivelano all’atto pratico inidonei. I test di prova e gli standard dei seggiolini auto in vendita sono invece da tempo sempre più restrittivi e vengono svolte anche simulazioni d’impatto laterale e non solo frontale.

Decade poi l’uso obbligatorio del sistema di ancoraggio ai sedili ISOFIX per i seggiolini utilizzati da bambini fra il metro e il metro e cinquanta di altezza. I seggiolini per bimbi più grandi potranno o meno essere cioè dotati di tale modalità di installazione a discrezione dell’acquirente.
La vita di ogni piccolo utente della strada, dipende anche da queste piccole, ma fondamentali, attenzioni.

A cura di Union Brokers

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