La casa tecnologica piace alle assicurazioni

 

 
 
 
La casa tecnologica piace alle assicurazioni

Dagli Usa una tendenza che porta vantaggi e risparmi nelle polizze per le abitazioni

Hai la casa “domotica” automatizzata con sensori che controllano eventi catastrofici come incendi, allagamenti, effrazioni e i consumi? Forse non hai mai pensato che questa “dotazione” ti offre un’opportunità in più oltre ai vantaggi di efficienza e sicurezza che saggiamente hai perseguito. Piace infatti anche alle assicurazioni. Dagli Usa arriva una tendenza che in questi anni potrebbe rivoluzionare le caratteristiche delle polizze per la casa, portando evidenti vantaggi agli assicurati.

La possibilità di monitorare la propria abitazione con strumentazioni evolute interattive dà infatti modo di abbassare i rischi di danni, aumenta il valore dell’immobile e lo rende più appetibile per le compagnie assicurative, che possono con maggiore disponibilità offrire sconti per assicurarlo. Negli States i vantaggi sono già arrivati anche al 15% nei contratti assicurativi.

Ciò perché scattano meccanismi virtuosi che intrecciano il mondo dei servizi e dell’hi-tech; le compagnie possono con la propria forza contrattuale stipulare fin accordi favorevoli con i centri di assistenza normalmente coinvolti nelle tematiche di intervento per incidenti domestici, riparazioni, manutenzioni e favorire i proprietari di immobili che si vedono offrire pacchetti assicurativi completi di tutele e forme di pronto soccorso per ogni tipo di emergenza.

In Italia si tratta di una prassi ancora limitata, sono poche le abitazioni dotate di impianti quali antifumo, antincendio, sensori di allagamento, ecc. e pur essendo molto elevato il numero di case di proprietà, è ancora bassa la percentuale di quelle difese da coperture assicurative. Ma l’andamento della crescita di sensibilità in questo senso è attestato dalle analisi recenti, rispetto a interessi come l’efficienza complessiva della casa, i risparmi energetici, i pericoli di grandi catastrofi come terremoti o eventi atmosferici e legati alle attività criminali per furti e rapine.

In America “State Farm ha adottato Canary, un sistema per il monitoraggio delle proprietà immobiliari da smartphone, American Family, oltre all’allarme antincendio Nest Protect di Google, ha inserito nella propria offerta Ring, che controlla le porte attraverso un device inserito, come dice la parola, nel campanello, garantendo a chi lo installa un rimborso in caso di effrazione da parte di malintenzionati. Secondo Accenture nel 2015 due compagnie su cinque hanno avviato programmi in collaborazione con startup e produttori di device connessi, mentre il 45% delle società del settore dichiara che questi ultimi saranno un elemento fondamentale per la crescita delle entrate nel prossimo triennio”. (fonte mobile4innovation.it)

In tutto ciò, come sta accadendo per l’opportunità che presto diventerà un obbligo di installare la “scatola nera” anche in auto, centrale sarà il tema della privacy e della gestione dei dati sensibili e privati di coloro che decideranno di “connettere” aspetti e abitudini della propria vita e fornire dati sui propri beni per ottenere vantaggi assicurativi e migliore sorveglianza contro sinistri e danni in genere.

La scatola nera sulle auto obbligatoria dal 2017

La scatola nera sulle auto obbligatoria dal 2017
È la direzione verso cui va il Governo con il decreto “Concorrenza”:
una scatola nera su tutti i veicoli privati e pubblici

D’altra parte i vantaggi sono oggettivi sotto molti punti di vista e secondo un’indagine condotta da Episteme per conto di Axa, il 74,2% dei possessori di scatola nera sulla propria auto si sente più sicuro e il 69,6% afferma di comportarsi meglio alla guida.

La scatola nera ha il gps incorporato e registra una grande quantità di informazioni. Grazie alla sua sofisticata tecnologia, è in grado di ricostruire l’esatta dinamica di un sinistro che coinvolga il veicolo mettendola in relazione con la condotta di guida del conducente. Localizza sempre la nostra auto quindi ci viene in aiuto anche per esigenze di soccorso nonché legate all’eventualità di furto del mezzo.

Cosa registra

· Localizzazione geografica: consente di localizzare la propria vettura attraverso il dispositivo gps.
· Percorrenza: è possibile vedere il numero di giorni passati dall’installazione della scatola nera. I tempi di marcia e i tempi di sosta (in termini assoluti, in giorni, ore, minuti e in termini percentuali).
· Gli eventi crash, i km totali percorsi (sia in orario diurno sia in orario notturno in termini percentuali; in percorso urbano, extraurbano, autostradale in termini percentuali), l’analisi percentuale per giorno della settimana.

· Tutte le informazioni inerenti i crash: per ogni evento risultano la data, l’accelerazione massima, il tipo di crash, il luogo in cui si è verificato, l’ultima velocità rilevata.
· Accelerazione e decelerazione: il dispositivo offre una panoramica suddivisibile per mesi, giorni, ore.
· marcia inserita: consente di accedere allo storico delle marcie inserite nel corso del tempo e quindi dello stile di guida e inoltre monitora il regime di rotazione del motore.
· rileva l’eventuale attivazione dei dispositivi di sicurezza presenti sulla vettura come ad esempio quella dell’airbag.

Gli italiani già la installano

“Il 16,2% dei contratti assicurativi stipulati nel secondo trimestre del 2016 prevede una scatola nera”. Questi i dati raccolti dall’Ivass nell’ultima indagine realizzata sul settore Rc auto. Quello dell’installazione della scatola nera “è un trend crescente”, ha commentato Marco Cosconati che per Ivass ha curato l’indagine, sostenendo che “il 45% degli assicurati del Sud adotta la scatola nera, a Caserta si arriva al 47%”. Secondo i dati Ivass, infatti, le prime 5 province in termini di penetrazione della scatola nera sono tutte meridionali: Caserta, Napoli, Catania, Reggio di Calabria e Salerno, con percentuali sul totale dei contratti rispettivamente del 47, 45, 34, 32 e 32 per cento. (fonte Ansa)

La convenienza è maggiore per gli automobilisti residenti in realtà ove le polizze sono più costose a causa dell’elevato numero di truffe subite dalle compagnie assicurative. Rilevando le nostre abitudini al volante, la scatola nera permette di premiare i clienti con guida virtuosa e quindi meno esposti a sinistri. Viene installata con spese a carico delle compagnie con un contratto in comodato d’uso gratuito e accelera le pratiche in caso di sinistro.

Un subemendamento al Decreto Concorrenza che definisce gli obblighi relativi a questo strumento innovativo stabilisce che “i costi di installazione, disinstallazione, abbonamento annuale, spese di funzionamento, sostituzione e portabilità siano a carico dell’impresa assicuratrice, garantendo quindi sconti Rc auto obbligatori per tutti gli automobilisti che monteranno la scatola nera sulla propria auto.

La Privacy

Resta delicato il tema della tutela della riservatezza della gran quantità di informazioni tracciate dal dispositivo sulle abitudini e vite private degli automobilisti, ma il Decreto legge esprime linee sulle quali il Garante sta vigilando per aumentare ulteriormente l’attenzione a proposito delle “modalità per garantire una efficace ed effettiva tutela della privacy, mantenendo in capo ai cittadini la scelta di comunicare i dati sensibili per i servizi opzionali”

Terremoto e polizze assicurative: siamo indietro

Terremoto e polizze assicurative: siamo indietro

In Italia manca un quadro normativo che metta a sistema un tassello fondamentale della prevenzione: l’assicurazione sulla casa

La drammaticità degli eventi che hanno colpito l’Italia in questi mesi ha riacceso il dibattito su uno dei tasselli fondamentali delle strategie di prevenzione che si possono adottare in un territorio così esposto al rischio sismico com’è il nostro: le polizze assicurative.
Al contrario di molti Paesi, ove esistono criteri di risarcimento dati da un quadro normativo che mette in sinergia pubblico e privato, in Italia pur avendo almeno 24 milioni di persone che vivono in zone a rischio sismico non abbiamo ancora una legge che permetta di affrontare con efficienza gli scenari derivanti da tali eventi secondo criteri messi a sistema.

Si discute da anni se debbano essere spese a carico del privato con possibilità di detrazione, obbligatorie o no, chi ritiene che potrebbero diventare un disincentivo alla messa a norma degli edifici, chi solleva eccezioni di competenza fin dell’antitrust.
Dal Governo Monti in poi, i cittadini non ricevono più risarcimenti diretti;
hanno facoltà di assicurarsi e se viene dichiarato lo stato di “calamità naturale” parte un laborioso iter nel quale le Regioni e i Comuni gestiscono i fondi erogati da Roma verso chi ne abbia fatto richiesta, con tempi che possono diventare molto lunghi, stima dei danni compresa.

Le polizze esistono, il buon senso porta a ritenere che aspetti importanti dei contratti debbano rivolgere la propria attenzione alla tutela da un lato di quanto all’interno degli edifici rimane danneggiato in termini di beni “mobili”, dato che i risarcimenti pubblici cui si può accedere riguardano la struttura dell’”immobile”. Dall’altro va considerato l’aspetto prioritario della sussistenza delle persone, nell’immediato del sisma, quando possono essere costrette ad abbandonare le proprie abitazioni, affrontare spese nella quotidianità, risiedere in altre sistemazioni anche diverse da quelle approntate dalla protezione civile per esigenze specifiche.

Per accedere al risarcimento previsto da una polizza va effettuata una denuncia dell’evento alle autorità, le quali devono anche aver stilato l’elenco delle località coinvolte dal terremoto. Dopo la scossa che origina i danni vengono comprese anche le 72 ore successive, ma le clausole e i distinguo in questa casistica contrattuale presentano molte insidie per l’assicurato, come il fatto che il risarcimento può arrivare solo alla totale scomparsa degli eventi, possono rimanere esclusi i cosiddetti “danni lievi” quindi conseguenze fra le più frequenti come le crepe nei muri o i danneggiamenti a parti “non essenziali” dell’immobile.

“Come ti assicuro? In base a come sei. Come faccio a sapere come sei? Guardo cosa fai sui social”. L’idea è venuta agli inglesi

“Come ti assicuro? In base a come sei. Come faccio a sapere come sei? Guardo cosa fai sui social”. L’idea è venuta agli inglesi.

Ce lo rivela questo lancio dell’agenzia AdnKronos:

 
 

Il contrassegno dell’assicurazione non va esposto, quando e perché c’è il sequestro del veicolo

Il contrassegno dell’assicurazione non va esposto,
quando e perché c’è il sequestro del veicolo
Sempre di più i dati amministrativi che ci riguardano sono informatizzati e cessa l’obbligatorietà di un loro corrispondente cartaceo. Da un anno per esempio non è più obbligatorio esporre sull’auto il “contrassegno” della polizza assicurativa. Tuttavia sull’auto dovete portare con voi il “certificato” di assicurazione, secondo l’articolo 180 del Codice della strada. È il sistema più semplice per poter dimostrare alle forze dell’ordine l’esistenza di una assicurazione valida e operante sulla propria auto. Ma se la vostra assicurazione lo tratta in forma digitalizzata, dovrete farvene inviare copia via email e stamparvela da voi.

La “carta verde” che estende la copertura in alcuni paesi esterni alla UE è ancora cartacea, mentre l’ “attestato di rischio” che riporta la classe bonus/malus è informatizzato, anche se viene spesso inviato per posta tradizionale per il gradimento che hanno molti clienti delle assicurazioni di sfogliarne la versione stampata. Il non agevole ginepraio fra carta e digitale complica il lavoro anche delle forze di polizia preposte ai controlli. Per questo motivo l’Ivass – Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, ha emanato una nota lo scorso giugno che mette un po’ di chiarezza nel caso siate fermati per la via a causa di un controllo.

Se sull’auto avete il “certificato di assicurazione” siete a posto. Altrimenti la polizia accede online alla banca dati delle coperture RC auto dal Portale dell’automobilista. Se non risultano informazioni utili dovrete esibire tutta la documentazione della polizza. Se non l’avete vi sequestrano il veicolo. Se avete una polizza ma non dimostrate l’avvenuto pagamento l’autorità deve fare un accertamento presso la vostra compagnia di assicurazioni; se viene riscontrato che il pagamento non è avvenuto, scatta il sequestro.