Il sindaco di Genova condannato a 5 anni per la gestione dell’alluvione del 2011
Gli amministratori e i dipendenti pubblici sono sempre più esposti in solido ai rischi della propria attività e al giudizio della Corte dei Conti. Ne deriva la fondamentale necessità di tutelarsi rispetto alla “colpa grave”.
Il sindaco di Genova Marta Vincenzi è stata condannata a cinque anni di reclusione per le responsabilità legate ai fatti dell’alluvione che colpì la città il 4 novembre 2011. Oltre all’ex sindaco, sono stati condannati l’ex assessore comunale alla Protezione civile Francesco Scidone (4 anni e 9 mesi), i dirigenti comunali Gianfranco Delponte (4 anni e 5 mesi), Pierpaolo Cha (1 anno e 4 mesi) e Sandro Gambelli (un anno).
Si tratta di una sentenza in primo grado di giudizio che potrebbe essere modificata nei successivi, ma riporta d’attualità il tema dei rischi legati all’esercizio delle proprie funzioni per gli amministratori e dipendenti pubblici.
Per legge, è l’ente stesso a rispondere dei danni a terzi procurati per la colpa “lieve” di un amministratore o di un dipendente, grazie a specifiche coperture assicurative, ma in caso di colpa cosiddetta “grave”, essi sono invece tenuti a pagare personalmente i danni causati dal proprio operato.
Vi è una colpa del dipendente pubblico o amministratore quando lo stesso compie un fatto illecito per imprudenza, negligenza o inosservanza delle leggi e regolamenti e il soggetto che interviene a determinare se la sua condotta rientri nella fattispecie della “colpa lieve” o di quella “grave” è la Corte dei Conti. Va inteso che per colpa “grave” non si intende giuridicamente la gravità più o meno pesante del danno in sé procurato, in termini di conseguenze sui beni, sulle persone, sulle risorse, ecc., ma la gravità dell’inadempienza amministrativa negli atti compiuti che di quel danno è l’origine.
Negli ultimi anni le richieste di risarcimento pervenute agli enti pubblici da parte di privati cittadini, ditte escluse da appalti pubblici e soggetti che si ritengono danneggiati dall’operato di un funzionario o di un amministratore pubblico sono aumentate in modo esponenziale. Sempre più spesso, inoltre, la Corte dei Conti è portata a definire “grave” il comportamento colposo del dipendente amministratore pubblico e lo obbliga a risarcire personalmente il danno.
Questi profili professionali si trovano quindi oggi ad agire a questo proposito in condizioni di rischio tali da giustificare e rendere consigliabile il ricorso a rapporti di consulenza personali con propri broker assicurativi, a tutela della propria posizione rispetto a quelle casistiche che non rientrano fra le coperture loro offerte dall’Ente di appartenenza.