Cellulari mentre si guida: più incidenti e vittime, ma il Governo sceglie la linea dura forse già da maggio
Basta guardarsi intorno: le persone che usano lo smartphone mentre stanno guidando sono moltissime. Si arriva a eccessi come chi scrive messaggi mentre percorre una rotonda, o chi guida con una mano sola e con l’altra sorregge il telefono vicino al volto, pensando che dato che sta parlando in viva voce questo elimini il pericolo che sta causando per sé e per gli altri. Appoggiatelo al sedile se siete in viva voce, si sente lo stesso!
Un recente rapporto Dekra sulla sicurezza stradale ha semplicemente confermato quanto è sotto gli occhi di tutti: tre automobilisti su quattro usano il proprio smartphone mentre sono alla guida. E le attività principali sono svariate: telefonare, inviare messaggi, stare sui social, navigare su internet, farsi autoscatti e video mentre si è alla guida per poi condividerli online.
E così anche lo scorso anno gli incidenti stradali sono aumentati proprio a causa dell’uso al volante dei cellulari e le vittime hanno registrato un +1%. La causa è la distrazione. Gli italiani sono sempre pronti a stigmatizzare i comportamenti altrui, ma poi nel chiuso del proprio abitacolo razzolano proprio male. Tre persone su quattro significa trenta su quaranta, sessanta su ottanta. Sono percentuali inquietanti. Siete al bar e state leggendo questo articolo? Là fuori, di ottanta auto che stanno passando, ce ne sono sessanta condotte da degli incoscienti molti dei quali proprio in quel momento stanno usando il telefono mentre guidano, mandano messaggini teneri all’amante, cercano scarpe da ginnastica da comprare su siti di e-commerce divincolandosi nel traffico. È già una gran fortuna se non ne entra una direttamente in bar e si viene ad accomodare al vostro tavolino scaravoltando tutto.
Sanzioni più dure e ritiro della patente
La riforma del Codice della strada al vaglio della Commissione Trasporti del Senato cercherà di porre un argine a quanto accade. Attualmente, per chi viola l’art. 173 del codice della strada relativo anche all’uso di “apparecchi” durante la guida, è prevista una sanzione amministrativa (il pagamento di una somma da 161 a 646 euro) e la sottrazione di cinque punti dalla patente. Solamente in caso di recidiva, nei successivi due anni, è prevista la sospensione della patente per un periodo compreso tra 1 e 3 mesi.
Con la riforma, ci sarà la sospensione della patente per un periodo da uno a tre mesi già dalla prima violazione. Aumenteranno le sanzioni e si confermerà la decurtazione di cinque punti dalla licenza di guida.
Addirittura non è escluso che per anticipare i tempi l’Esecutivo decida di introdurre in anticipo per decreto i nuovi provvedimenti, già entro il mese di maggio. Lo ha ipotizzato il vice ministro dei Trasporti Riccardo Nencini. Un po’ com’è già accaduto per la legge sull’omicidio stradale con il precedente Governo. Il provvedimento di riforma del Codice della strada aveva infatti subito un rallentamento per la mancanza di copertura per alcune voci. Ora l’iter è ripreso e alcuni atti potrebbero avere un canale preferenziale veloce, tramite decreto.
Lo stesso Ministro Graziano Delrio ha spiegato che in pratica l’80% degli incidenti stradali in Italia sono causati dall’uso dei cellulari alla guida. Il Governo ha deciso di adottare una linea dura per correggere se sarà possibile i costumi alla guida dei molti italiani che dimostrano di non avere in sufficiente considerazione la propria sicurezza e quella altrui. Ha ritenuto cioè di dare ascolto alle indicazioni venute anche dal direttore nazionale della polizia stradale Giuseppe Bisogno, che ha ufficialmente spiegato: «Siamo di fronte a una vera e propria emergenza, c’è un’intera generazione che arriva alla guida abituata a usare il cellulare da quando aveva 11, 12 anni e continua a farlo anche al volante, senza alcuna cautela».
Già nel 2015 le multe al proposito erano aumentate del 21% sull’anno precedente, raggiungendo il cospicuo numero di cinquantamila. Vedremo se i provvedimenti in arrivo sortiranno qualche risultato significativo.